Piazza Dante, dalla caratteristica forma trapezoidale, è costituita da due aree che si ricongiungono l'una con l'altra, senza soluzioni di continuità, dinanzi al sagrato della cattedrale. L'area principale è compresa tra la fiancata meridionale destra del duomo, la facciata principale del neogotico palazzo Aldobrandeschi ( opera di Porciatti) e il loggiato dei portici, articolato senza soluzione di continuità sul lato meridionale e su quello occidentale. Al centro di un'area leggermente rialzata si trova il monumento al granduca Leopoldo II di Lorena.
Il celebre monumento, uno dei simboli della città, dedicato al granduca Leopoldo II di Lorena, che fu simpaticamente soprannominato "Canapone" dai grossetani per il colore dei capelli e della barba, fu realizzato dallo scultore ascianese Luigi Magi poco prima della metà dell'Ottocento. La sua collocazione al centro della piazza risale alla primavera del 1846. L'opera scultorea si trova nel punto in cui sorgeva un pozzo, che, nei secoli precedenti, era necessario per il rifornimento idrico delle abitazioni situate nella corrispondente area del centro storico; la cisterna sottostante fu interrata.
L'area che racchiude la cisterna è delimitata da una serie di colonnini e catene, che hanno portato i grossetani a denominare "piazza delle Catene" questa sezione di piazza Dante.