ANNO 1993 - PROLOCO DI GROSSETO

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ANNO 1993

GRIFONI D' ORO > ANNI 90

Anno 1993 Alfio Cavoli


"la città di Grosseto, in una visuale the al di la delle sue mura spazia sull'intero territorio maremmano, ha individuato nello scrittore Alfio cavoli, per la sua operosità coronata da successo ma non disgiunta da una innata modestia, it cittadino pin meritevole del "grifone d'oro" 1993. in una trentennale attività di fecondo divulgatore della storia, della geografia e dell'arte della nostra terra, cavoli ha fatto conoscere in ogni angolo d’italia le risorse culturali delta maremma. A lui a dovuta la presenza nella natia manciano del delizioso museo preistorico della valle del Fiora, a lui la consapevolezza the vivere nel cuore delta provincia non ostacola, ma favorisce le reali attività e capacita di chi adopera disinteressatamente per la collettività".

I suoi genitori sono contadini, e compiono enormi sacrifici per far avverare il sogno del figlio maggiore: studiare. Alfio, già allora saldamente cosciente e fiero delle sue radici, ne fa altrettanti a star lontano dai propri cari e dal paese natale dal quale, dopo l'esperienza di studente, non si sposterà mai più se non per brevi viaggi.
L'innata passione per lo scrivere, per l'approfondimento storico, per le vicende, le tradizioni, il passato, il presente e - sopra tutto - il futuro della Maremma, lo spingono a tentare la via del giornalismo. Così, dopo essere diventato insegnante di educazione fisica, poi di educazione tecnica, nell'Istituto d'Avviamento professionale di Manciano, prende contatti con "Il Telegrafo" di Livorno. Il quotidiano, nel 1949, gli conferisce l'incarico di corrispondente di paese. coltiva con continuità e piacere, un'altra passione che lo porterà per qualche anno ad esibirsi in pubblico con gli amici: la tromba. Ama improvvisare sui ritmi e le melodie in voga facendo anche parte di un quintetto jazz. È, per lui, come per i suoi coetanei, l'epoca di una giovinezza finalmente serena fatta di whisky, sigarette, biliardo, belle donne e musica.
È il 1960. Dopo aver insegnato a Manciano, Orbetello, Marsiliana, Magliano in Toscana, Pitigliano, gli viene conferito l'incarico di direttore della Scuola d'Avviamento professionale agrario con differenziazione industriale femminile di Roccalbegna e Semproniano. Di lì a poco la sua vita ha un cambiamento fondamentale: in veste di direttore inserisce nell'organico scolastico una nuova professoressa. Recentemente laureatasi in Scienze Naturali, Maria Luisa Michelotti è desiderosa di insegnare anche se, per farlo, si deve trasferire dalla natia San Marino. Si sposano dopo due anni dal loro primo incontro.
Dal 1965 al 1990 - per quindici anni da Assessore alla Cultura e alla Pubblica Istruzione - si occupa continuativamente di Manciano anche come amministratore pubblico. Durante i suoi mandati ottiene il potenziamento della Biblioteca Civica da circa ottocento a quindicimila volumi, istituisce le biblioteche nelle frazioni di Saturnia e San Martino sul Fiora e tre Musei: ancora esistenti il Museo di Preistoria e Protostoria della valle del fiume Fiora a Manciano e il Museo Etrusco a Saturnia
Dopo la pubblicazione del suo primo libro, continua a scrivere instancabilmente. Nel 1974 diventa giornalista pubblicista e collabora con varie testate. Oltre a "Il Telegrafo" (poi "Il Tirreno" già citato) - che lo pubblica per anni in terza pagina e nelle rubriche specializzate "Nel mondo dell'arte" e "Oggi in libreria" - i suoi articoli appaiono nelle pagine regionali di "Paese Sera", di "Toscana Qui" e in quelle di molti altri giornali e periodici, fra cui "Cultura oggi" (Milano), "Panorama etrusco" (Venturina), "L'Era" (Pontedera), "In giro per la Toscana (Montevarchi), "Civiltà da scoprire" (Livorno), "Stazione di Posta" (Firenze), "Lazio oggi e domani" (Roma), "Tuscia" (E.P.T. di Viterbo), "La Ballata" (Livorno), "Eco d'arte moderna" (Firenze), "Archeologia viva" (Firenze), "Maremma e dintorni" (Grosseto), "Le Venezie e l'Italia" (Venezia), "Le antiche dogane" (Roma), "Maremma Magazine" (Grosseto).
Nel 1972-73 fa parte del comitato di redazione della rivista semestrale "Confronti" diretta da Marcello Morante, collaborando a diversi numeri. Membro della Società Storica Maremmana, scrive per il suo Bollettino per anni. Per anni - dieci -, è direttore responsabile del Notiziario di Radio Grosseto International. Dal gennaio 1978 a fine dicembre 1980 ricopre il ruolo di ispettore onorario per la conservazione degli oggetti d'antichità "per la Provincia di Grosseto (Manciano)".
In veste di storico e scrittore d'argomento maremmano partecipa a varie trasmissioni radiofoniche e televisive della RAI fra le quali "Folklore" (1989, con Ruggero Orlando, Nicola Caracciolo, Bruno Modugno, Caterina Bueno, etc); "Atlante sonoro-Memorie della Maremma" (1992, Radio 3, intervista di Alberigo Giostra); "Arcobaleno" (1987); "La storia siamo noi" (2001).
È consulente storico dei film "Briganti della Maremma tosco-laziale dell'800" (1986) di Sergio Rossi (pellicola per la quale scrive anche il commento) e "Tiburzi" (1996) di Paolo Benvenuti, presentato al Festival di Locarno, entrambi girati per la RAI.
Per "Le Case della Memoria in Toscana", prodotto nel 2004 dalla Giunta Regionale, commenta il filmato su David Lazzaretti di Arcidosso.
Il 4 dicembre 1992, sulle pagine de "Il Venerdì di Repubblica", è la prima parte del dossier: "La banda degli onesti". Nell'esiguo novero dei cittadini italiani segnalati dai lettori de "La Repubblica" è anche il nome di Alfio Cavoli. Il giornalista Pietro del Re titola il suo articolo sullo storico e amministratore pubblico, corredato delle foto di Massimo Sestini, "Un amore chiamato Maremma".
Il 10 agosto del 1993 Alfio Cavoli riceve il "Grifone d'oro" per l'anno 1992, con la motivazione:
Citato nel testo e nelle bibliografie di centinaia di volumi ha scritto numerose prefazioni e partecipato con propri contributi a collaborazioni varie tra le quali: "Chi siamo" (Autori vari, a cura di Augusto Vivaldi, Editoriale il Tirreno, 1980); "Paride Pascucci" (con Bianca Saletti Asor Rosa e Lilio Niccolai, a cura dell'Amministrazione provinciale di Grosseto, 1980); "Pietro Aldi" (con Piero Bargellini, Bruno Santi, Lilio Niccolai, a cura dell'Amministrazione provinciale di Grosseto, 1981); "Storia illustrata della Repubblica di San Marino" (Volume I, Autori vari, a cura del Centro di documentazione della Biblioteca di Stato della Repubblica di San Marino, AIEP Editore, 1985); "Manciano ieri e oggi" (Autori vari, a cura di Alfio Cavoli, Claudia Cencini, Lilio Niccolai per l'Associazione Pro Loco di Manciano,1987); "Paride Pascucci" (Un pittore fra Ottocento e Novecento, con Flavio Tattarini, Enrico Crispolti, Giovanni Marziali, Nuove Edizioni Gabriele Mazzotta, 1987); "Annuario della Maremma" (Autori Vari, Cooperativa Editrice Il Cavaliere d'Italia, 1988); "Museo di Preistoria e Protostoria della valle del Fiume Fiora" (Catalogo dell'omonimo museo a cura di Nuccia Negroni Catacchio, 1988); "Pietro Aldi" (Pittore Gabriele Mazzotta, 1988); "Un ricordo per Ernesto [Balducci]" (Dal villaggio all'età planetaria, Autori vari, a cura di Lucio Niccolai, Tipografia Ceccarelli, 1992); "Museo di preistoria e protostoria" (Autori Vari, OCTAVO Franco Cantini Editore, 1994); "Morbello Vergari" (Ricordi e testimonianze a Roccalbegna 18 novembre 1995, Autori vari); "Banditi e ribelli dimenticati" (Storie di irriducibili al futuro che viene, Autori vari, a cura di Corrado Mornese e Gustavo Buratti, Edizioni Lampi di Stampa, 2006).
Un lungo periodo di depressione attraversa la vita di Alfio Cavoli dopo la perdita della moglie avvenuta in un tremendo incidente stradale in Sicilia il 23 novembre 1991. Quella partenza allegra e spensierata risoltasi in un definitivo non ritorno lo devasta ed è ancora nello scrivere che riscopre la via per appropriarsi nuovamente della sua esistenza.

L'instancabile attività che Alfio Cavoli dedica alla Maremma per contribuire a salvarne il patrimonio culturale, storico, ambientale indubbiamente unico e a lui così caro, ha fine a Roma solo il 30 settembre 2008 giorno in cui, per i postumi di un intervento chirurgico, è costretto a scrivere l'ultima pagina della propria vita.



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